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milano, Italy
“L’occhio delle donne” dizionario biofilmografico delle registe e dei loro film, è stato compilato da me nel 1995. Oggi la rete offre una marea di informazioni su tutto il sapere umano, quindi anche sulle registe. Questo mio piccolo contributo vuole essere un tentativo di sguardo d'insieme sul grande lavoro compiuto e in corso di compimento da parte delle professioniste della macchina da presa. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di nominare il maggior numero di donne che si sono appassionate alla professione registica.

domenica 20 febbraio 2011

TEATRO.RAPPRESENTAZIONE DEL REALE - 2. ELISABETTA VERGANI

Elisabetta Vergani 
nella Lettura Drammatizzata di 
"Da una Stanza all'altra" in scena al Teatro Oscar di Milano.
Ho trovato notevole e convincente la lettura che Elisabetta ha dato degli scritti di donne che hanno fatto della loro scrittura la ragione della loro vita e della loro libertà. Il tono convinto delle parole dette da Elisabetta presuppongono una grande appropriazione e interiorizzazione del testo, dei testi che ovviamente erano meravigliosi e notevoli di loro ma che da attrice attenta e sensibile, ha arricchito di  profondità e delicatezza.  Devo aggiungere che anche l'accompagnamento musicale al pianoforte mai soverchiante, era molto complice, insinuandosi alla voce che lentamente scorreva sulla scena e nell'etere del teatro.

SE NON ORA QUANDO? ADESSO.3

A una settimana dalla manifestazione, voglio mettere il contributo di Vita Cosentino pubblicato sul sito della Libreria delle Donne perche rappresenta anche la mia situazione e il mio pensiero. Lei ha dato parola, ottima, a una situazione che ancora fa discutere molte donne, sull'utilità, sul dopo, sulla paura di essere strumentalizzate. Tutti problemi reali ma io mi chiedo se io, non più giovanissima, molto critica sulle manifestazioni, non debba fare un passo indietro e lasciare che a parlare, a muoversi non siano le giovani donne che si sono affacciate al mondo e alla politica dopo di me.
IO UN PASSO INDIETRO LO FACCIO,
MI VOGLIO POSIZIONARE SE NON PROPRIO INDIETRO, A FIANCO, QUANDO POSSIBILE.
Io voglio che LAURA, SARA, MARINA, SERENA, VALERIA, LAURA  e via via via LAURETTA, CRISTINA e ancora ....
PRENDANO PAROLA, PRENDANO SPAZIO, PRENDANO RESPONSABILITA'.
Io sono con loro con amore e grande attenzione.

venerdì 18 febbraio 2011

TEATRO.RAPPRESENTAZIONE DEL REALE - 1. ELISABETTA VERGANI

Elisabetta Vergani propone al Teatro OSCAR di Milano dal 16 al 20 febbraio 2011, una lettura drammatizzata di pagine tratte dal libro di Grazia Livi "Da una Stanza all'altra" (La Tartaruga, 1984). Partendo da Emily (Dickinson), passando per Virginia (Woolf), Milena (Jesenska), Marina (Cvetaeva) e Katherine (Mansfield) si percorre il diritto a "una stanza tutta per sè" e dice Grazia Livi: "Solo chi regna al centro di sè ha diritto a una stanza" e noi oggi l'abbiamo conquistata Concretamente questa stanza per sè.
Voglio ricordarle queste donne stupende, scrittrici che hanno lasciato pagine che ancora mi aiutano leggendole e rileggendole, con amore, con riconoscenza, con speranza di sentirmi migliore.
Eccole queste donne meravigliose: VIRGINIA
Katherin, Emily,
Marina, Milena

giovedì 17 febbraio 2011

L'OCCHIO DELLE DONNE.3 - MIRANDA JULY

La Berlinale, Festival annuale di cinema che si tiene a Berlino quest'anno dal 10 al 20 febbraio, vede oggi la presentazione del secondo film della regista-artista, Miranda July (vedi sito americano),

"The Future". E' la storia di una coppia di trentenni in crisi che vive a Los Angeles in un triste monolocale. Per vivacizzare la loro vita decidono di adottare un gatto malato, PawPaw, che però date le sue condizioni deve rimanere sotto osservazione veterinaria ancora un mese. Il film parla proprio di questo mese d'attesa e a narrarcelo è proprio la voce fuori campo del gatto.
Il film è stato presentato anche al Sundance, il Festival di Cinema indipendente voluto da Robert Redford e che si è appena svolto a Park City nello Utah (Stati Uniti).
Mirianda July con il suo primo film "Me and you and everyone we know" vinse nel 2005 la Camera d'or del Festival di Cannes.
Attendo con ansia questo film che mi vede come spalla comprensiva avendo io una gattona ultra malata che disperatamente curo, e funziona, non vi pare? Vi presento Unka!

mercoledì 16 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO? ADESSO.2

Siamo ormai nel marasma generale. Tutto va male ... tutto va bene ... nulla si muove ... tutto ristagna.

E allora pensiamo, pensiamo, pensiamo.
Però alle volte vorrei AGIRE, sento un bisogno quasi fisico di AGIRE.

Nel caos non solo esterno a me, ecco due contributi di pensiero INTERESSANTI. Vediamo se riesco a farne buon uso.

dal sito della LIBRERIA DELLE DONNE:

Sciarpa rossa per festeggiare la passione politica delle donne
di Laura Colombo, Sara Gandini, Laura Milani

La nostra pratica politica non è movimentista; abbiamo criticato le parole d'ordine della manifestazione del 13; abbiamo messo in discussione l'appello Se non ora quando
. Eppure siamo andate alla manifestazione sostenendo la nostra decisione di esserci.
Proprio perché il nostro agire politico non si riduce alle manifestazioni, il sì del 13 febbraio non è stata la rassicurante e pacificata risposta a un richiamo esterno, non la ricerca di rispecchiamento nelle altre e neppure la consolatoria illusione di "fare qualcosa".
Proprio perché la nostra pratica politica si nutre delle nostre relazioni, di parole scambiate, della lotta per conoscere il nostro intimo desiderio prima ancora di portarlo nel mondo, il nostro sì ci permette di spiegare i nostri no e crea uno spazio simbolico in cui è possibile aprire conflitti e ragionare insieme sui no.
Il nostro sì è arrivato dopo giorni in cui abbiamo discusso pubblicamente e in modo appassionato le critiche alle parole d'ordine della manifestazione.
Esserci con tutti i nostri distinguo, mettendo al centro la questione maschile e la triade sesso-potere-denaro ha permesso un cambiamento di segno: il nodo politico da affrontare è la politica maschile (e la sessualità maschile), non la dignità delle donne.
La manifestazione ha mostrato il bisogno di esposizione collettiva nato da una discussione vivace sulla rete, dove è forte il desiderio di protagonismo di tante donne e uomini che vivono in mille contesti diversi. La rete che ci piace, quella che in questi giorni ha fatto crescere il movimento di sostegno alla manifestazione, è politica di relazione prima di tutto, politica del simbolico: le diverse soggettività emergono e costruiscono pensiero insieme, mail dopo mail, intervento dopo intervento, su facebook, nei blog, nei siti, nelle mailbox. Il nostro esserci ha permesso - a noi innanzi tutto - di aprire spazi inediti di dialogo per far emergere le questioni politiche che le femministe hanno da sempre posto al centro del loro discorso. Nel testo Il 13 saremo in piazza perché
mostriamo come tante donne, anche quelle che hanno pratiche lontane dalle nostre, in questi giorni di grandi discussioni abbiano saputo far emergere le questioni politiche essenziali e abbiano accolto le obiezioni.
La cultura politica che ha portato al potere B non cambierà cacciandolo, e noi vogliamo arrivare a un cambio di civiltà radicale. Questo può avvenire solo trovando parole che sappiano leggere in modo nuovo la realtà, mediando con chi vive in altri contesti e ha pratiche politiche differenti. La manifestazione del 13 è stata una grande occasione e le nostre parole, il nostro esserci hanno segnato il contesto, perché ci siamo messe al centro anche se lontane dal palco. Siamo scese in piazza con la sciarpa rossa, per festeggiare la passione politica delle donne e la nascita di una diffusa consapevolezza rispetto alla questione maschile.



 
Non sono a disposizione
Luisa Muraro

Una volta le donne andavano alle manifestazioni di uomini. Il 13 febbraio gli uomini sono andati a una manifestazione di donne. Vuol dire che che le donne prendono il posto degli uomini? No, vuol dire, cosa ben più nuova, che il posto degli uomini, nel senso di stare sopra a comandare, non esisterà più. I privilegi di classe, purtroppo, ci sono ancora ma i privilegi di sesso, sempre meno.
C'è un'altra interpretazione sbagliata, dice che gli uomini devono spartire le loro prerogative alla pari con le donne. Tipo: gli uomini vanno in guerra? anche le donne. Vanno a prostitute? anche le donne. Se dovesse andare così, povera umanità!
La risposta è nella libertà femminile, quella che non si vende agli uomini, non li imita, non li invidia e non si mette in gara con loro per il potere. Questa libertà fa bene anche agli uomini, smettono di credersi dio, imparano a contrattare con le donne e ad ammirarle, quando sono ammirevoli. E lo sono spesso, non tanto in televisione ma nella realtà. La qualità della vita, anche quella pubblica, ne guadagnerà, perchè la libera espressione della differenza è una ricchezza. La ricchezza femminile non si riduce alle manifestazioni di massa o alle date canoniche (8 marzo). Non è una questione di numeri o di date, è presenza, qualità, parola, e agisce nella vita reale. Bisogna imparare a vederla meglio, questa ricchezza, anche da parte femminile, e non lasciarla a disposizione dei furbi con i loro giochi già fatti. "Non sono disponibile" ha detto Rosi Bindi, che per me vuol dire: ho un mio progetto di vita, ho una ricchezza che scambio nei modi e nei luoghi che scelgo, non mi lascio né comprare né usare.

martedì 15 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO? ADESSO.1

La manifestazione di domenica mi ha allargato il cuore. Ho seguito le varie città con Radio Popolare e la diretta integrale di Roma sul sito TV Web di LA REPUBBLICA.
Tante donne hanno parlato ma l'intervento di ALESSANDRA BOCCHETTI è quello che mi ha colpito al cuore e al cervello. Ottima oratrice è vero, ma anche donna che ha percorso la storia di questi ultimi trent'anni, una donna che c'è stata E molto, mettendoci anche la faccia.
Ebbene il suo intervento lo propongo anche sul mio piccolo spazio perchè mi serva da ripasso continuo e sprone per il futuro.
E tanto per parlare di futuro le ultime parole di Francesca Izzo organizzatrice della manifestazione romana mi hanno dato un lungo brivido, che non provavo da molto, troppo tempo:
E ORA : STATI GENERALI DI TUTTE LE DONNE
con sbigottimento io mi dico: si può fare!

Ecco l'intervento di Alessandra BOCCHETTI (dal blog di Marina Terragni)
UOMINI UN PASSO INDIETRO 
   Bentornate.
In questo periodo il nostro paese sembra essere governato dalla debolezza degli uomini più che dalla loro capacità. La debolezza degli uomini è oggi sotto gli occhi di tutti. E che altra ragione dare a questi spettacoli indecenti e patetici a cui assistiamo ormai da troppo tempo? E che mettono per di più a rischio il paese, la sua democrazia, e la sua credibilità. Spettacoli ridicoli, che ci offre non solo l’attore principale ma anche chi si impegna in una sua difesa surreale.
Ma detto ciò, non dobbiamo dimenticare anche la responsabilità di una classe politica che non ha saputo arginare questo fenomeno, e che continua a non trovare forme e modi efficaci di una vera opposizione
In questo clima di avanspettacolo, dobbiamo però fare molta attenzione, che la farsa non copra la vera indecenza: perché la vera indecenza sono le scelte economiche, di questo paese. Da un po’ di tempo governi di destra e governi di sinistra tagliano sempre laddove un paese civile dovrebbe investire: tagli alla scuola, all’assistenza, alla ricerca, alle politiche di sostegno alle famiglie, alle politiche di conciliazione hanno fatto diventare le donne funambole, equilibriste, velociste, sante che fanno miracoli.
Gli uomini sono fragili, ogni donna lo sa. Ma è proprio per questo che sono così attaccati al potere. Il potere è la loro terza gamba, la loro protesi. Il potere serve a loro per significare la forza che non hanno. E’ per questo che gli uomini sono così attaccati al potere come nessuna donna lo sarà mai.
Ma una società di uomini e di donne non può essere governata da soli uomini, o da tanti uomini e poche donne al seguito, magari uscite dalla testa del padre. Dobbiamo costruire un equilibrio di rappresentanza vero, se vogliamo una società migliore per tutti. Dobbiamo trasformare in politica la nostra esperienza, le nostre necessità. Sono convinta che se si desse ascolto alla necessita delle donne si potrebbe fare un magnifico programma di governo. Ma le prime a doversi convincere di questo siamo proprio noi. Se amiamo ancora questo paese, dobbiamo imparare a governarlo in fretta, le donne che ne sentono l’energia e il desiderio, devono farlo. E’ un impegno che ci dobbiamo prendere non solo per ambizione, ma soprattutto per necessità.
Ci troviamo in un disastro. Ma di questo disastro non siamo del tutto innocenti neanche noi. Infatti in questa società sembriamo non esserci, non c’è alcuna misura di donna nella sua organizzazione, nei suoi criteri, nelle sue forme e nei suoi tempi. Siamo state finora troppo timide, troppo fiduciose, troppo conniventi, troppo deleganti, troppo ubbidienti! Quando ci hanno chiesto un passo indietro l’abbiamo fatto subito, e le esigenze degli altri ci sono sempre sembrate più urgenti delle nostre. E le donne impegnate nei partiti hanno curato più il partito che gli interessi delle loro simili, non capendo che se l’avessero fatto avrebbero reso il loro partito più capace di governare. Non l’hanno fatto. Oppure, hanno fatto “quello che potevano”. Ma è stato troppo poco. Non è bastato.
L’equivoco sapete qual è stato? E’ stata l’idea dell’uguaglianza tra i sessi. Gli uomini non ci hanno mai creduto, ma noi donne sì che ci abbiamo creduto: quindi non ci siamo sentite troppo in difetto, se lasciavamo governare gli uomini.
Ma oggi sappiamo più che mai che nessun uomo può rappresentare una donna. Oggi ci è chiaro, che uguali non siamo. Siamo differenti: per corpo, per esperienza, per storia.
Quella delle donne non è stata una storia facile. Da poco, siamo libere; non ce ne dobbiamo dimenticare, siamo libere da pochissimo tempo. E l’esperienza di nascere donna in una società come questa non è ancora e continua a non essere rose e fiori. Però, come sempre, la fatica non è sterile: dà sempre qualcosa. Sono convinta che ogni donna sa della vita più di ogni uomo, perché ha guardato sempre l’umanità da vicino, dalla nascita alla morte, e conosce lo splendore e la miseria dei corpi. La cura dei corpi è stata nel corso della storia la nostra servitù, ma è stata anche la fonte di grande sapere. Così la nostra forza è radicata nella necessità di nascere, mangiare, dormire, saper piangere ridere e saper morire.
E’ una forza grandissima!
E adesso più che mai dobbiamo senticela addosso, e dobbiamo spenderla. Infatti, in politica si deve arrivare con la coscienza di avere le mani piene, si deve avere qualcosa da offrire. Non ci si deve arrivare con le mani vuote. Se chiediamo alla politica identità, conferme, rassicurazioni, saremo sempre ricattabili, sempre troppo ubbidienti. Sempre troppo piene di gratitudine. Impariamo a darle noi, rassicurazioni e conferme! Diamo noi una via da seguire, non chiediamola.
Cari uomini, se volete bene a questo paese, fate voi un passo indietro. Già mi sembra di sentire la risposta: risposta entusiasta a quest’invito, diranno di sì, che ci faranno spazio… Ma non credetegli! Perchè non lo faranno mai! Per questo ci vuole una spallata. Adesso è proprio ora di dargliela, questa spallata. Ma non solo a Berlusconi, anche agli uomini più vicini a noi, che occupano troppi posti, troppi luoghi, ben coscienti di stare seduti sul loro tesoro – cioè una poltrona!
Le donne sono troppo poche, in tutti i luoghi delle istituzioni, l’hanno detto. Assenti o scarse nei consigli di amministrazione, nei punti decisionali. Non è detto che le donne faranno meglio degli uomini, ce ne saranno di brave, di mediocri, e di pessime: siamo umane, e non divine.
Ma la politica è lo specchio della società, e nella società le donne ci sono. Anzi: non c’è società, senza donne.
Per quanto mi riguarda, non voterò più un partito che non garantisca una forte presenza al governo di questo paese. E non ho detto liste elettorali, ho detto governo! E intendo donne che magari escono da severe scuole di amministrazione dello stato, e non dal concorso di miss Italia o dal letto sfatto del potente di turno.
Mi dicono che devono credere che le ragazze di Arcore hanno fatto una scelta di libertà. Ho lavorato tutta la vita per la libertà delle donne. Ma devo confessare che la scelta di queste ragazze non mi ripaga neanche un po’ della mia fatica. Se mia madre avesse scelto quel genere di libertà, non sarebbe stata per me un esempio. Se mia figlia avesse scelto quel genere di libertà, sarebbe stata per me causa di grande dolore. E i sentimenti contano!
Buona fortuna a tutte! Perché anche la fortuna ci vuole!

domenica 13 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO? ADESSO!


 BRAVA ALLA RAGAZZA DELLA FOTO ...

E io?  non sono stata così coraggiosa!
Ma sarà per la prossima, perchè ci sarà una prossima, oh, sì, se ci sarà.
Questa sera non ho parole per esprimere l'entusiasmo che ho provato nel seguire le manifestazioni per tutta Italia e nel mondo ... Radio Popolare di Milano ma anche il servizio TV di Repubblica mi hanno letteralmente teletrasportata in tutti i luoghi dove le donne hanno dato vita alla manifestazione, alla liberazione di un urlo comune: ADESSO BASTA!

venerdì 11 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO. 13 febbraio 2011

 Per tutte le donne
Viva le manifestazioni che sono l'espressione collettiva di un pensiero e di un sentire, garantita costituzionalmente. E ben vengano. Sia chiaro però che non esiste pensiero collettivo: si pensa in prima persona o non si pensa.(Luisa Muraro)

E io?
Come da sempre io sono "scettica" sull'utilità  delle manifestazioni di piazza, ma rispetto le decisioni che singole donne prendono. Magari dopo aver pensato e molto discusso con altre donne. Quindi anche con me.
E allora io sono con voi, Laura C., Sara, Laura M. vivendo con voi la gioia e la passione di fare politica per esserci ora e in questo luogo. E me ne spiagate anche le vostre ragioni: "IL 13 SAREMO IN PIAZZA PERCHE'".

Il sito della Libreria delle Donne ha messo in rete diversi articoli e contributi al riguardo.
Andate a leggere che cosa hanno, abbiamo da dire:  http://www.libreriadelledonne.it/news/news.htm
E ancora due articoli molto interessanti di Lia Cigarini "La retorica del silenzio" 
e di Luisa Muraro "Il grande errore è andare in piazza per conto di altri" 
 

giovedì 10 febbraio 2011

L'OCCHIO DELLE DONNE - 2. LAURA MORANTE

LAURA MORANTE attrice affermata passa dietro alla macchina da presa.
Dopo anni d'ttesa in lavorazione a Parigi il suo film “Ciliege”. (notizia dal Corriere della Sera del 10 febbraio 2011)

Ecco cosa diceva tre anni fa:

Da grande vuol fare la regista?
Veramente non ci pensavo affatto. Da anni mi diverto a scrivere, a lavorare sulle sceneggiature. Con Daniele avevo fatto un trattamento intitolato Ciliegine, il produttore francese Bruno Pesery, che ho conosciuto recitando in Cuori di Alain Resnais, l’ha comprato e ci ha chiesto una sceneggiatura. E siccome in Europa è difficile trovare un regista per un film scritto da altri, a meno che non sia un film commerciale, Bruno mi ha detto: preferisco che lo faccia tu. Lì per lì mi sono spaventata, poi mi sono affezionata all’idea.
Un film tutto francese?
Lo giriamo a Parigi con attori francesi, per il momento nel cast ci sono Gérard Lanvin, Marina Fois e Pierre Arditi.
Recita anche?
Già, non sarà un po’ troppo?
È una commedia sentimentale? Buffa, drammatica?
Buffa, speriamo. Parla della difficoltà di lasciarsi andare, di dare fiducia agli uomini, un tema che può essere serio.
 (Da Panorama, 21 gennaio 2008, a cura di Manuela Grassi)

L'OCCHIO DELLE DONNE - 1. PAOLA RANDI

Bene, esce il film "Into Paradiso" di Paola Randi, nata a Milano da genitori veneto-siciliani. Il film è ambientato a Napoli. Un bel miscuglio di luoghi per giocare situazioni, sentimenti, personaggi, attrici e attori. Non male per una regista al suo esordio.
sito del film

Piccola nota personale: il film a Milano viene programmato al cinema Arlecchino, uno degli ultimi cinema VIETATO a qualunque persona che non possa scapicollarsi in una scalinata da far invidia a Trinità de'Monti. 
NON HO PAROLE! 
Il cinema dopo due anni di chiusura è stato recentemente riaperto, COME PRIMA, VIETATO ALLE PERSONE CHE NON SIANO DOTATE DI BUONE GAMBE!

mercoledì 9 febbraio 2011

LONTANE/VICINE - 1. Donne oltre il Mediterraneo

Ieri ho fatto il turno alla Libreria delle Donne, libreria nel centro di Milano, terza traversa da Piazza Cinque Giornate in Corso XXII marzo, via Pietro Calvi.

Fare il turno significa che ogni socia della Cooperativa Sibilla Aleramo, che nel 1975 aprì in Via Dogana la Libreria delle Donne, se lo desidera, può offrire la sua opera pratica nel vendere i libri per un turno (mattina o pomeriggio)

Il mio turno è il martedì pomeriggio con una compagna poeta, Mariolina. Ieri ero sola, e in un momento di tranquillità, ho deciso di guardare un settore di libri molto corposo (circa 300 volumi) che mi ha sempre incuriosito per la dicitura: Lontane/Vicine. Con i fatti del Nord Africa di questi ultimi giorni ne ho capito fino in fondo il significato.
Un mondo molto lontano ma estremamente vicino, quasi gomito a gomito. Specie in questi ultimi anni in cui l'Africa, sempre più inospitale per chi ci nasce, riversa donne e uomini oltre il mar Mediterraneo, sulle coste italiane, alla ricerca di un futuro.

Ho guardato lo scaffale con occhi nuovi e vi ho scoperto un variegato modo di esistere raccontato da donne, incredibile, bello, curioso, interessante e vestissimo.
Ho pensato che sia molto utile citarvene la fonte e se lo volete, tutte e tutti sieti invitati a venire fisicamente alla libreria di Milano o altrimenti entrare nel catalogo della libreria e guardare i titolo, tenendo a mente che si possono acquistare i libri anche scrivendo una email.

Allora ecco il sito della libreria:  http://www.libreriadelledonne.it/

ecco l'indirizzo diretto alla sezione LONTANE/VICINE del catalogo della libreria delle donne:

martedì 8 febbraio 2011

TEATRO.RAPPRESENTAZIONE DEL REALE - Caryl Chuchill .1

Drammaturga inglese, nata nel 1938. Dal 1958 inizia a scrivere testi teatrali non ha mai smesso, vive e lavora a Londra.
Il suo teatro è politico, una continua inquietante provvocazione.
"Sette bambine ebree" scritto nel 2009 dopo una campagna militare israeliana.
Sette adulti suggeriscono cosa dire a una bambina. Sette bambine ebree di differenti epoche: dall'olocausto ai fatti di Gaza.
C'è la continua ripetizione: "Ditele ...", "Non ditele ..." che squarciano la storia e le contraddizioni di un popolo che da vittima è diventato carnefice.
"Far Away" scritto nel 2000, sono tre storie nella vita di una donna.
La prima, è una bambina che, ospite dagli zii, scopre lo zio picchiare e uccidere un uomo e un bambino.
La seconda, è una ragazza che trova lavoro in una fabbrica di cappelli, cappelli bellissimi che verranno indossati da dei prigionieri il giorno della loro esecuzione.
La terza ormai donna, in un paese in guerra, fugge per andare a trovare gli zii e il cappellaio. Il mondo che verrà da loro descritto è quello in una guerra totale, dove tutte le creature sono in lotta mortale.

link suggeriti:  http://www.unimi.it/news/35430.htm
                         http://www.klpteatro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=700:teatro-i-royal-court-caryl-churchill&catid=37:video&Itemid=72

E' stata scritta una tesi di laurea: http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=4631

domenica 6 febbraio 2011

TEATRO.RAPPRESENTAZIONE DEL REALE - Caryl Churchill

Ieri, sabato 5 febbraio, sono andata al Teatro Oscar di Milano (un bel teatro, piccolo e accogliente) per vedere "7 bambine ebree. Far Away". Ebbene sono rimasta spiazzata, la sensazione che la violenza ormai riesca ad entrare in ogni nostra piega mi ha lasciata spiazzata. Ve lo consiglio, fino al 13 febbraio.
Programma del teatro Oscar