La morte di Steve Jobs, forse per l'età, forse per la posizione, per il personaggio che è diventato, certo per l'uomo di grande inventiva e fantasia che è stato, ha innescato il delirio mediatico destinato ad eventi (si chiamano così oggi) che possono rendere denaro: la morte, la nascita, la malattia, meglio se tutte accompagnate da violenze, sofferenze, ecc, ecc.
Quindi non mi accoderò al delirio.
Però un grazie lo devo a Steve Jobs pechè ha pensato, disegnato e realizzato un computer che nel 1991 entrò nella mia vita ...
un bel MAC CLASSIC
Un aggeggio che mi ha cambiato la vita, mi ha aperto nuovi orizzonti, nuove possibilità e curiosità.
Un piccolo elettrodomestico così semplice, umile nel suo esserci, di nessun ingrombro, di una semplicità d'uso inusitata ma con una gamma di funzioni vastissima!
Fu una una scoperta sorprendente.
Fu una una scoperta sorprendente.
Ovviamente anch'io soffrii nel primo periodo di una fase bulimica, non ero mai soddisfatta, passavo ore e ore davanti a quel piccolo schermo delle mie brame.
Poi ho trovato un equilibrio e da vent'anni il mac di turno mi accompagna nelle mie ricerche, letture, conoscenze lungo il corso della mia vita.
Ma attenzione, non basta! Per fortuna c'è ancora il fattore umano e nel mio caso le relazioni con le donne che frequento, mi circondano, mi arricchiscono.
E allora un grazie critico lo esprimo verso Steve Jobs con le parole di Luisa Muraro nel suo breve articolo scritto per Metro e apparso sul sito della libreria delle donne.
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