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“L’occhio delle donne” dizionario biofilmografico delle registe e dei loro film, è stato compilato da me nel 1995. Oggi la rete offre una marea di informazioni su tutto il sapere umano, quindi anche sulle registe. Questo mio piccolo contributo vuole essere un tentativo di sguardo d'insieme sul grande lavoro compiuto e in corso di compimento da parte delle professioniste della macchina da presa. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di nominare il maggior numero di donne che si sono appassionate alla professione registica.

martedì 12 febbraio 2013

L'OCCHIO DELLE DONNE .12 - MA QUANTE REGISTE!



Da alcuni giorni si è aperto il Festival di Berlino 2013 e le parole che più ricorrono sui giornali in riferimento ad esso sono: donna, rosa, lesbica.
Certo, ormai il marketing si è appropriato di tutto ciò che viene declinato in qualche modo al femminile.
Diciamocelo pure: una foto di una bella donna rende accattivante qualunque articolo e non solo quello dei giornali.
Speravo però qualcosa in più da Paolo Mereghetti che oltre a essere un buon critico ha da sempre grande attenzione per i film a regia femminile giudicandoli con quella marcia in più per cui lo leggo.
Oggi sul Corriere, a pag. 55, un articolo quieto, senza strombazzamenti e foto glamour.
Quante donne normali a Berlino. 
In 50 righe, si parla di attrici (e questo è normale: le attrici vendono comunque) e di registi (uso il plurale maiestatis ). Nel mezzo finalmente un nome di una regista ...
 

PIA MARAIS


per un film (“Layla Fourie”), dice il nostro, non proprio eccezionale. 
Ovviamente consiglio sempre di non fermarsi mai a un primo giudizio, meglio vedere il film o almeno leggerne qualcosa in più.






L'articolo di Mereghetti, oltre a non avermi dato niente, mi ha lasciata indifferente. 
Però mi ha riproposto la grande questione della presenza femminile nel cinema.

Sulla rete, ma anche nei vari giornali, da quando di è aperta la BERLINALE 2013, un’ondata di articoli più o meno belli, ma tutti corredati da belle foto a colori, inneggiano alla presenza femminile, partendo dalla Giuria, per arrivare al cartellone.
Ora, nei vent’anni e più in cui mi occupo di registe devo constatare che quando si parla di donne nel sistema cinema, l’immaginario va alle attrici. 
Poi nei critici più seri si arriva a ricordare le miriadi di donne che hanno tenuto alti i livelli delle professioni fondamentali alla realizzazione di un film e che sono generalmente sconosciute (prime le sceneggiatrici ma anche scenografe, soggettiste, per arrivare alle professioni normalizzanti quali la truccatrice, la sarta ecc).
Ecco io vorrei che un giorno in un qualsiasi festival (Cannes, Berlino,Venezia) o premio (Oscar, Cesar, Volpi), la presenza delle donne non sia riservata solo (per ragioni di marketing) alle attrici (utili per accendere un fumoso immaginario) ma soprattutto alle registe e (ma questo non è il mio campo di interesse) alle professioniste. 
Insomma mi piacerebbe che le foto da far circolare sui giornali in quelle occasioni fossero più simili a queste ….





ALICE GUY BLACHE'
  Girò il primo film di fiction nel 1896

Aida Begic
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Carla Vestroni
Chahal Sabbag
Debra Granik
     . . . . . . . . . . . . .
Fanta Regina Nacro

                           . . . . . . . . . . e ancora ancora ancora!   
 

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