La mia foto
milano, Italy
“L’occhio delle donne” dizionario biofilmografico delle registe e dei loro film, è stato compilato da me nel 1995. Oggi la rete offre una marea di informazioni su tutto il sapere umano, quindi anche sulle registe. Questo mio piccolo contributo vuole essere un tentativo di sguardo d'insieme sul grande lavoro compiuto e in corso di compimento da parte delle professioniste della macchina da presa. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di nominare il maggior numero di donne che si sono appassionate alla professione registica.

domenica 29 luglio 2012

MILANO CAMBIA. 2 - REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI


MILANO 27 luglio 2012

Dopo mesi di trattativa e un consiglio comunale durato più di undici ore, Milano ha il suo registro cittadino per le unioni civili. L'approvazione è arrivata nella notte, poco dopo le tre e mezza, con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. «Abbiamo ridotto lo spread sull’Europa dei diritti civili», ha detto uscendo da Palazzo Marino il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

LA MISURA
La delibera istituisce un registro a cui le coppie di fatto, sia etero che omosessuali, possono iscriversi contestualmente alla registrazione della famiglia anagrafica. «D’ora in poi nelle delibere comunali le coppie iscritte nel registro saranno parificate a chi è sposato.

IL VALORE SIMBOLICO
E il valore è soprattutto simbolico, visto che le unioni «registrate» permetteranno l’accesso soltanto ai servizi forniti dal Comune. Esclusi quindi la possibilità di ereditare o la pensione di reversibilità, benefici garantiti alle coppie sposate che dipendono dalle leggi dello Stato. «Il registro milanese è solo un provvedimento di carattere amministrativo», ha precisato Pisapia. «Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay. Per avere i matrimoni gay servirebbe una legge del Parlamento».
 
 
FUZHOU, Cina del Sud - 23 luglio 2012 

domenica 15 luglio 2012

PREZIOSITA' DELLA MIA VITA - MIA MADRE (1924-2012)


     mia madre,


Maria Concetta,  è nata in un piccolo paese della Basilicata, da una famiglia impoverita dalla morte prematura del padre e da un dopo guerra disastroso.

A 11 anni, finita si e no la terza elementare viene mandata a servizio e da quel momento non smetterà mai di lavorare.
A 16 anni viene mandata sempre a servizio da dei cugini a Napoli, poi troverà lavoro a Bari per poi avere una buona occasione a Roma dove entra come aiuto magazziniera in una grande ditta.
Il bombardamento del 1943 la farà fuggire dalla città eterna e a piedi attraversando tutta la Toscana e parte della Lombardia, raggiungerà Milano dove una amica conosciuta a Roma, l'aveva sollecitata a raggiungerla.
Anni terribili, un aiuto da mio padre, reduce da quasi dieci anni di guerra, e il tentativo da parte di mia madre di costruirsi una famiglia e una casa tutta sua.

Un vita semplice, di donna piena di dignità e di curiosità. Una donna  che trovò nella lettura una grande fonte di piacere e curiosità.
Iniziò a leggere INTIMITA' al sua nascere, nel 1946, anno anche della mia nascita e non abbandonò mai questa lettura di cui si vergognò solo quando vendendomi studiare come una forsennata dopo una giornata di lavoro sentì il valore dello studio. Ma il suo imbarazzo era così tenero che io stessa le acquistavo la rivista.
Un ricordo forte: quando io appassionata di Cina le feci leggere "La buona terra" della Peal Buck, volle leggere tutti i suoi libri, numerosissimi.

Amava avere una casa a specchio, la buona cucina (le sue vicine, tutte di milanesi doc, erano invidiosissime dei profumi che uscivano dalla sua finestra).
Quando dovette rinunciare a lavorare trovò passione per i gerani e per l'uncinetto e pur avendo grandissimi problemi di vista, riusciva a fare con le sue mani dei filet meravigliosi che realizzava sotto la mia dettatura.

Negli ultimi anni l'alzhaimer portò via parte del suo mondo interiore, ma quando io l'accarezzavo lungamente, le parlavo, la chiamavo ... vedevo sempre delle lacrime spuntare dai suoi occhi vacui.

Lacrime che ora scendono dolorosamente sul mio viso.


venerdì 23 marzo 2012

LA POLITICA PRIMA .13 - CONVEGNO INTERNAZIONALE


Il convegno internazionale: 
CULTURE INDIGENE DI PACE - DONNE E UOMINI OLTRE IL CONFLITTO
ha avuto luogo a Torino i giorni 16 - 18 marzo 2012

Invito a leggere il resoconto molto stringato ma utile della amica e compagna di avventura Donatella Massara postato nel suo sito: 
Invito tutte/tutti di visionare:
il video riassuntivo 
e le foto della nostra amica lia.

A me la convinzione che un mondo migliore oggi 
è possibile con le donne e quegli uomini che le riconoscono.
 

giovedì 15 marzo 2012

LA POLITICA PRIMA .12 - DONNE E UOMINI OLTRE IL CONFLITTO


Esistono culture che vivono secondo la logica del dono e del non sfruttamento?

Si può vivere in un mondo in cui la gestione del conflitto trova soluzioni alternative alla violenza? Dove i bambini vivono nell’amore e nella sicurezza?
Cosa succede quando anche le donne hanno un ruolo di leadership?
Cosa accade quando gli uomini accettano di condividere, sedendo in cerchio, una comune visione delle proprie virtù, attitudini, diritti e doveri, riscoprendo un maschile fuori
dai luoghi comuni e dai pregiudizi?
Quanto conta la spiritualità declinata al femminile all’interno di una società di pace?
Culture Indigene di Pace propone un confronto con le società di pace tuttora esistenti: esempi di collettività egualitarie dove non sussistono forme di violenza su donne e bambini, né tantomeno la guerra.


Culture  Indigene
di Pace
DONNE E UOMINI
OLTRE IL CONFLITTO

CONVEGNO INTERNAZIONALE a cura  della Associazione LAIMA (sito)
TORINO, 16/18 MARZO 2012

Culture Indigene di Pace cerca risposte al bisogno odierno di connessione nella relazione con i nostri simili e con l’ambiente che ci sostiene, per riscoprire e rielaborare insieme il significato del sacro nelle nostre azioni quotidiane e nei nostri corpi-mente.
Corpi sessuati, al femminile e al maschile.


sabato 10 marzo 2012

ZHONGGUO / CINA .5 - SHODO / SHUFA

Sguardi Altrove Film Festival a regia femminile
XIX edizione
Chiude la parte filmica sabato 10 marzo 2012 con la premiazione dei film in concorso.
Continua invece la parte artistica dedicata al Giappone negli spazi de
La Triennale di Milano Viale Emilio Alemagna, 6 

L'Associazione calligrafica estremo orientale YUEMO ha organizzato per
 

SHODO 
in Giappone significa la via della scrittura: sho=scrittura e do=via. Questo ultimo suffisso si applica a tutte le arti tradizionali: Judo, Kado, Sado, Kendo ... 

SHUFA
In Cina indica la disciplina e l 'arte della scrittura  


 Il termine occidentale di "calligrafia” rende poco l’idea di quella che effettivamente 
è questa pratica. 
Nella tradizione, scrivere consiste nell'appropriarsi e nel perfezionare un gesto 
che lascia una traccia. 


venerdì 2 marzo 2012

L'OCCHIO DELLE DONNE. 11 - OMAGGIO A CECILIA MANGINI

Cecilia Mangini
omaggiata nel 2011 al festival internazionale del cinema di CRETEIL
finalmente viene omaggiata anche a Milano.
Nel corso di:
Sguardi Altrove
Film Festival a regia femminile
XIX edizione
Milano, 3 Marzo - 1 Aprile 2012
 
venerdì 9 marzo    MILANO - Spazio Oberdan

* 19.30
 Omaggio a Cecilia Mangini
NON C’ERA NESSUNA SIGNORA A QUEL TAVOLO. IL CINEMA DI CECILIA MANGINI
Davide Barletti e Lorenzo Conte, Italia 2010, 63’
Una vita al cinema e per il cinema, la storia di Cecilia Mangini, che ha raccontato con i suoi film trent’anni di storia del nostro paese.
Incontro con Cecilia Mangini

* 20.45
ESSERE DONNE
Cecilia Mangini, Italia 1965, 28’
Un viaggio nel mondo del lavoro femminile negli anni ’60, per svelare cosa si nascondeva dietro il boom economico italiano.

Presentazione del libro
Gianluca Sciannameo, CON OSTINATA PASSIONE. IL CINEMA DOCUMENTARIO DI CECILIA MANGINI,  Edizioni dal Sud, 2011
Cecilia Mangini racconta il cambiamento nell’Italia del dopoguerra fornendoci un’immagine differente dai racconti ufficiali.
In sala Gianluca Sciannameo

FELICE NATALE
Cecilia Mangini, Italia 1965, 13’
Anticipando i tempi, Mangini denuncia ironicamente i falsi miti del consumismo e della moda, muovendosi tra i bambini che affollano Piazza Navona il giorno dell’Epifania.


TEATRO RAPPRESENTAZIONE DEL REALE. 10 - ANIMA MUNDI 2012


L'anno scorso iniziai l'avventura di aprire un blog sollecitata dai miei nuovi interessi oltre a quello fondamentale del cinema delle registe. La grande riscoperta del teatro è tra questi. TEATRO come necessità di dire parole, di rendere orale la scrittura delle donne. Eccoci quindi all'appuntamento annuale voluto e realizzato da Ombretta De Biase con la passione di un gruppo di donne e della Associazione "Donne di Parola".
Il programma è interessante,
due mondi lontani ma vicini che
vedono agire due donne dal  pensiero e dalla volontà potenti.

"Guglielma e Maifreda, storia di un’eresia milanese”
libera rid. dal libro:“Guglielma e Maifreda, storia di un’eresia femminista” di Luisa Muraro (Baldini&Castoldi, 1985, 2003).
In questo dramma storico ambientato nella Milano medievale viene rievocata la drammatica vicenda che vide protagoniste due donne di grande levatura spirituale e coraggio: Guglielma la boema, forse figlia del re di Boemia, e Maifreda da Pirovano, della famiglia dei Visconti, sua principale discepola.  
 
Lettere dalle case chiuse,  la legge 75
dalla pièce: “La Merlin” di Maricla Boggio - da RIDOTTO n°1/2 2009. 
Concludiamo il ciclo dedicato a Lina Merlin con questo testo che  sviluppa in modo esteso e puntuale la durissima battaglia che Lina Merlin (1887-1979)  combattè per dieci lunghi anni, dal 1948 al 1958, al fine di riuscire a cancellare la  vergogna nazionale della prostituzione gestita dallo Stato.



con: Dorothy Barresi, Maria Luisa Cantarelli, Elena Colella,  Serena Fuart, Raffaella Gallerati, Anna Maria Indinimeo, Donatella Massara, Laura Modini
e con la partecipazione di Fabrizio Caleffi
Canti gregoriani: Schola Gregoriana Mediolanensis diretta dal M° Giovanni Vianini

VI ASPETTO TUTTE/TUTTI  
lunedì 5 MARZO 2012  ORE 18
MILANO 
SALA DEL GRECHETTO - BIBLIOTECA CENTRALE palazzo 
SORMANI 
Via Francesco Sforza n. 7

venerdì 3 febbraio 2012

PREZIOSITA' DI DONNE. 3 - WISLAWA SZYMBORSKA

Addio poetessa polacca da Nobel ....

La poetessa e filologa polacca Wislawa Szymborska, premio nobel per la letteratura nel 1996, è morta mercoledì nella sua casa di Cracovia dopo una lunga malattia. Aveva 88 anni.

Nata nel 1923 a Kornik, vicino a Poznan, iniziò a pubblicare le sue poesie nel 1945 su un quotidiano. Si impone all'attenzione del suo paese a partire dal 1956 con raccolte come «Richiamo allo Yeti», «Sale» e «Gran divertimento», nelle quali il quotidiano viene raccontato attraverso profonde riflessioni morali e poetiche.

 La sua fortuna all'estero ha inizio con le prime pubblicazioni del 1960 in Germania, Inghilterra, Russia, Svezia, traduzioni che si sarebbero poi intensificate notevolmente dopo l'assegnazione del Nobel. Negli Stati Uniti i suoi «Collected poems» hanno avuto grande successo. In Italia Vanni Scheiwiller ha pubblicato un'edizione fuori commercio nel 1994, poi nel 1996 la raccolta «Gente sul Ponte». Altre poesie della Szymborska sono apparse su riviste tra cui «L'almanacco delo specchio» (1979), la «Nuova rivista europea» (1979) e nell'antologia del 1961 sui «Poeti polacchi contemporanei», a cura di Verdiani, alla quale è seguita nel 1977 quella sulla «Poesia polacca contemporanea».

Autrice di numerose raccolte poetiche - tra le più recenti «Dwukropek (Due punti), uscita in Polonia nel 2005 - nei suoi versi Szymborska pone la vita spirituale davanti a tutte le cose. Nelle sue liriche, spesso brevi come aforismi, dà voce con profonda lucidità e ironia a problemi morali della nostra epoca partendo da avvenimenti semplici, dagli accadimenti e osservazioni del quotidiano. Nella sua opera l'uomo appare in una condizione di estraneità e contrapposizione al mondo della natura. Il traduttore italiano Pietro Marchesani, curatore di alcune sue raccolte, ha spiegato che «l'incanto» è il vero segreto della poetessa. «Per me - ha detto la Szymborska - la poesia nasce dal silenzio».
Tra le sue opere, anche le traduzioni in polacco di numerosi poeti francesi e saggi di critica letteraria.
(Corriere della Sera - Redazione online 2 feb. 2012)

Conosciamola meglio:

Un caldo articolo da l'Unità
un ricordo completo corredato da alcuni video
il Discorso tenuto  al conferimento del premio Nobel per la letteratura nel 1996; 

giovedì 2 febbraio 2012

PREZIOSITA' DELLA MIA VITA - MIA MADRE (1924-2012)

La mia mamma è morta ... 
Wislawa Szymborska è morta ...
una donna importantissima la prima per la mia vita,
 una donna straordinaria per tutte/i la seconda.
Ricorderò mia madre!
Ricorderò le tante poesie di Wislawa Szymborska, poesie che hanno abbellito e arricchito questo nostro mondo e anche la mia vita.
GRAZIE, Wislawa Szymborska, poeta!


mercoledì 25 gennaio 2012

PREZIOSITA' DI DONNE. 2 - CHUAN ZHANG

Oriella Savoldi, amica e compagna delegata sindacale a Brescia, mi ha fatto conoscere una donna meravigliosa, CHUAN ZHANG, esempio di forza e dolcezza e caparbietà per un futuro migliore per lei come donna e per il suo bambino.

A lei è dedicato l'incontro con Ina Praetorius che si terrà a BRESCIA il 28 gennaio 2012 - Sala Pia Marta - via San Faustino, 70 ore 15.30.
 
Nata il 25 Luglio 1966, in un villaggio della contea cinese dello Zhe Jiang. E' morta in modo tragico il 2 Agosto 2001 nella città di Wen Zhou, dove si trovava in visita al figlio. Migrata clandestina, ha pertecipato alla "lotta degli immigrati bresciani" per il permesso di soggiorno in Italia. A Brescia, conosciuta e stimata, operaia tessile, ha trascorso gli ultimi anni della sua breve vita. 

Ricordarla ed illuminare momenti della sua vita passata e condivisa in questa città. Dire il dolore, lo stupore per la sua morte. Lei giovane donna, immigrata clandestinamente. Le lotte che ha combattuto. L'amore per suo figlio. Chi era per noi. Cosa abbiamo imparato. Di cosa parla la sua vicenda umana e politica. 
  
La partenza di Chuan
Oriella Savoldi

Agosto 2001 Chuan è stata uccisa dal marito giovedì 2 Agosto 2001, appena dopo la mezzanotte di mercoledì. Ricostruire i suoi ultimi giorni in Cina, così pochi, neanche tre giorni, è un'impresa ardua. Le difficoltà sono la distanza, la lingua. Il sistema di scrittura. Dal racconto della sorella, contattata al telefono dalla Sig.ra Wang Shengping, mediatrice culturale dell'ufficio stranieri del Comune di Brescia, ci arrivano notizie che placano in parte il bisogno di sapere. Non c'è rimedio a quanto accaduto, ma conoscere gli eventi è un modo per fare i conti con il dolore pur nella consapevolezza che l'assenza, resterà incolmabile. Chuan non c'è più. La sua giovane vita è stata spezzata con ferocia. Chuan, così dolce.
E' arrivata dal suo bambino nel primo pomeriggio di mercoledì - si coglie dal racconto della sorella - lo ha abbracciato, ha incontrato la suocera a cui l'aveva affidato. Ha visto il marito con cui pensava di discutere una possibile ricongiunzione familiare a Brescia. Ha preparato la cena e ha dato da mangiare a suo figlio. Sono venuti i vicini a salutarla, a festeggiare il suo ritorno. Poi la sera tardi, poco prima mezzanotte, il bambino si è ritirato a dormire con la nonna e i vicini sono tornati alle loro case. Chuan ed il marito sono rimasti soli. Pare pochi minuti, un tempo troppo breve per parlare, per discutere, per qualsiasi cosa, tranne che per la morte. I vicini hanno sentito chiedere aiuto. Sono corsi. La porta era chiusa dall'interno. L'hanno forzata ed alla fine ha ceduto. Hanno chiamato l'ambulanza. Null'altro. Chuan, pare fosse già morta. Certo il marito l'avrà osservata quell'unico pomeriggio. La ricordo la sera prima che partisse. Mi aveva invitato a cena con altri due suoi amici connazionali. Un modo il suo per salutare, per ringraziare. Per festeggiare. Era felice Chuan. Raggiante. Finalmente le sue vicende avevano preso un verso giusto. Aveva ottenuto il permesso di soggiorno. Lottando e senza pagare nessuno. Era questo che raccontava spesso e che era motivo di soddisfazione per lei. Aveva un lavoro. Molti rapporti a cui teneva. Persone che le volevano bene. Compagne di lavoro, compagni e compagne con cui aveva condiviso una battaglia politica, amici, amiche. Conoscenti. E adesso aveva un mese intero, tutto a posto, per tornare in Cina. Per suo figlio. Per sua madre. "Quando io sono sola, io sempre pensare. Tanto, eh! Mia mama, mio papa, mio bambino. Io sempre preoccupata." In Cina avrebbe voluto andare già da tempo, ma mancava sempre qualcosa. Prima il permesso di soggiorno. Ottenuto il permesso avrebbe voluto partire, ma era subentrato subito un lavoro regolare: assunzione a tempo indeterminato in una industria di confezione. Conosceva bene la saltuarietà del lavoro. Unica condizione a cui puoi accedere da clandestina. Magari a cucire i pantaloni delle divise dei carabinieri, come a lei era capitato! "Lavoro nero" lo chiamano. Lavoro che c'è ma non c'è. E se non ti pagano non puoi rivalerti in alcun modo. In fondo che pretendi, è già tanto se ti fanno lavorare. Non ti stanno forse aiutando? Così è la convinzione diffusa. Lei l'aveva imparato ed ora, no, non poteva permettersi di perdere quel lavoro che le veniva proposto. Aveva accettato consapevole che questo avrebbe rimandato ancora la sua partenza. Non avrebbe potuto assentarsi subito. Avrebbe dovuto aspettare le ferie: in agosto, le avevano detto. Era poi stata tentata di andare nel periodo pasquale quando l'azienda aveva annunciato una breve chiusura. Dodici giorni a disposizione, troppo pochi anche per via del costo del biglietto aereo da ammortizzare, ma forse sarebbe stato possibile. Partire e ritardare un po' il rientro. Un'idea che si era affacciata nella sua mente. Qualche pretesto l'avrebbe trovato per giustificare il ritardo. E se non avesse funzionato? Non poteva certo permettersi di perdere il lavoro. Condizione necessaria per ottenere il rinnovo del suo permesso di soggiorno che dopo qualche mese sarebbe scaduto. A ottobre, per la precisione. E lei in Italia voleva restare. No, anche questa volta doveva rimandare. Pensieri, difficoltà, un continuo patire, che la costringevano, di volta in volta, a mettere a tacere il desiderio. A spiegare a chi in Cina era rimasto. Spiegazioni probabilmente incomprensibili per chi non ha dimensione di una realtà lontana, del suo modo di funzionare. Forse anche all'ascolto di quel marito con cui discuteva al telefono e dalle cui botte - si saprà poi - era fuggita, per venire clandestinamente in Italia. Lei, sola, aggregata ad un "viaggio organizzato", a piedi - attraverso le montagne, il freddo, quella che chiamano la via cinese - indebitandosi per una cifra più grande di lei. Ventiquattro milioni le era costato. "Finito di pagare, io, a dicembre 2000, pagato tutto" diceva. E poi finalmente le ferie erano arrivate. Ed era partita. Aveva un mese di tempo. Non era tanto, ma forse sarebbe bastato per viversi gli affetti e trovare una qualche soluzione che le facilitasse il contatto con il figlio. Era arrivata con l'aereo, in tasca aveva il biglietto di ritorno e un po' di soldi. Qualche milione. Tutto quello che era riuscita a risparmiare. Guadagnato con il suo lavoro e vivendo con molto poco. Ma ce l'aveva fatta. Tutto questo avrà trasmesso il suo volto, il suo sorriso, il tono della sua voce. Lei che attraverso le labbra faceva parlare il cuore. Era questa la sua forza. Paradossalmente una trasparenza che la lasciava indifesa. Non potevi non volerle bene. E' così che la immagino. Felice e soddisfatta vicino a suo figlio. A chi la stava festeggiando. Sotto lo sguardo di quel marito dal cui dominio si era affrancata con la sua venuta in Italia. Lui avrà visto. Chuan ce l'aveva fatta. Ce l'aveva fatta senza di lui. Quella donna, solo una donna, che lui nel passato, sposandola, aveva strappato da una situazione di povertà in cui viveva con la sua famiglia. Da quel villaggio in montagna. L'aveva portata in città. Le aveva offerto una condizione più agiata economicamente. E chissà quali immagini di bella vita saranno passate nella sua mente. Suoi connazionali emigrati in Italia, da Brescia non avevano mancato di far arrivare nella contea commenti e giudizi. Le chiacchiere, si sa, non conoscono frontiere. E nella distanza sono buon nutrimento per un cuore sospettoso. O avvelenato da un desiderio di dominio rimasto insoddisfatto. E poi lei, che affronto! Andare in Italia quando non le mancava niente! E là, frequentare troppe persone. Italiani, pachistani, senegalesi, marocchini. Era sempre in piazza durante tutta quella lotta di immigrati. Per lo più di uomini. Nei presidi davanti alla questura. E si sa, era stata messa in guardia. Le voci fra connazionali giravano. Di lei parlavano male. Per via del suo modo di comportarsi, ma lei, niente, si sentiva e si sapeva a posto. Non aveva nulla da rimproverarsi. Io lo so. Nulla da nascondere. Che testarda! Eppure - mi raccontano, - le era stato ricordato. In Cina non si fa così. Tutto è diverso. Non si danno baci sulla guancia per salutare. Non si parla con tutti. Era una donna sposata! Inaccettabile che lei non ascoltasse, non si confidasse. Fra connazionali - si dice - ci si aiuta. Anche dei maltrattamenti che il marito le infliggeva, mai ne aveva fatto parola. Voci che circolano anche adesso, mentre del marito si dice poverino! Considerazione, quest'ultima che dopo lo stupore per quanto accaduto muove l'indignazione. Basta! E' una voce di donna che si libera e rompe un circolo vizioso. E mette allo scoperto miserevoli chiacchere, insostenibili pregiudizi. Basta!
Chuan è morta. Devo continuare a ripetermelo. Ancora non riesco a credere. Lei, sempre di corsa. Era arrivata lunedì sera a Shanghai, dalla sorella dove aveva dormito. Era ripartita il giorno dopo per il suo villaggio dove aveva incontrato la madre ed il padre. Era stato il padre a trattenerla altrimenti sarebbe ripartita subito per Wen Zhou, dove viveva il figlio. Pare che lei avesse raccontato delle discussioni telefoniche con il marito. Del fatto che lui fosse arrabbiato. Ed il padre si era offerto di andare con lei. L'idea era di prendere il bambino qualche giorno e portarlo lì, dai nonni materni, che non l'avevano più visto dalla sua partenza. Ma lei, no, non si era fatta accompagnare. Nessuno aveva insistito. Quanto sarebbe successo non era certo immaginabile. Sola, era ripartita il giorno dopo. Mercoledì 1° Agosto. Chissà quante volte aveva immaginato quel momento. Il tempo in cui aveva scritto sul suo diario che credeva di morire per via delle botte le sarà parso lontano. Avrà pensato che adesso era tutto diverso. Aveva raggiunto una posizione dalla quale le sarebbe stato possibile contrattare. Non dipendeva più economicamente. Avrebbe potuto chiedere la ricongiunzione e portare il suo bambino in Italia. L'avrebbe chiesta anche per il marito se lui avesse posto questa condizione. Oppure se tutto questo fosse stato impossibile ci sarebbe pur stato un modo per mantenere un rapporto con il figlio. Un bambino ancora così piccolo. Che aveva cominciato ad andare a scuola. Era fiduciosa Chuan. Adesso le cose si sarebbero sistemate. Quello che non aveva previsto - ed è storia di molte donne -é che lei, tutta intera, in quel suo pensarsi libera, alla stessa altezza, per contrattare, ascoltando l'amore per sé, l'amore per il proprio figlio, era la dimostrazione concreta dell'irrealizzabilità di qualsiasi desiderio di dominio maschile. Cosa c'è nella libertà femminile di così intollerabile per la mente maschile? Che cosa rende così cieco un uomo, tanto da portarlo ad infierire su un corpo femminile? Fino a procurarne la morte. Con ferocia. Quando mai ci sarà un uomo che vorrà raccontarsi? Raccontare quello che accade nella propria testa? No, Chuan non aveva previsto. Chuan che è morta, non senza vedersi morire. Chuan che ha chiesto aiuto. Chuan così giovane con tutte le sue fatiche, i suoi sogni infranti. "Zia, quando io sposata, bambino piccolo, io lavorare, lavorare, lavorare per tutta la famiglia. Pulire casa, fare da mangiare per tutti. Io, stupida, lavorare tanto. Io, più, zia, più stupida. Adesso capito"
Avevi capito Chuan.
Cosa Chuan?
Non avevi ancora le parole per dirlo, troppo poche quelle disponibili alla comprensione comune. E tu stessa eri stupita, disorientata, dalle scoperte che di te andavi facendo. Di un mondo, qui, che non conoscevi. Dai significati che intuivi. E' parlando con te che ho imparato la necessità di stare all'essenziale nel comunicare. Per via di quelle poche parole, ma anche per i diversi significati che possono assumere le stesse identiche parole. Che non basta parlarsi per capirsi. Perché il senso che si vuole comunicare passi è necessario riformulare in continuazione. E che la difficoltà di comprensione non necessariamente è per via del fatto di essere fra stranieri. Straniere. L'una all'altra. E che la fatica che questo comporta ha a che fare con un desiderio autentico di relazione. Di lavorare alla costruzione di rapporti. Quelli che animano la propria vita.

Prima lo sapevo teoricamente, non per averlo sperimentato.

E' con te che mi si è mostrato in tutta la sua evidenza e portata. Con te che non hai fatto altro che costruire rapporti, sopportandone la fatica. Avendone cura. Con stranieri, connazionali, stanziali. Di cui hai favorito l'incontro, facendo da ponte. Come quando ci invitavi a cena, in ristoranti cinesi. O portavi le tue amiche o amici al Magazzino 47, in CGIL.

Senza che io ed altri, altre capissimo, - mai tu avessi fatto una parola, una critica - quello che tu in pregiudizi e cattiverie stavi pagando.

Ciao Chuan, ho scritto a tua madre ed è vero: la mia vita senza di te, adesso, è più povera. Resta un vuoto incolmabile. Ciao Chuan.

Grazie Chuan.