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milano, Italy
“L’occhio delle donne” dizionario biofilmografico delle registe e dei loro film, è stato compilato da me nel 1995. Oggi la rete offre una marea di informazioni su tutto il sapere umano, quindi anche sulle registe. Questo mio piccolo contributo vuole essere un tentativo di sguardo d'insieme sul grande lavoro compiuto e in corso di compimento da parte delle professioniste della macchina da presa. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di nominare il maggior numero di donne che si sono appassionate alla professione registica.

lunedì 14 marzo 2011

LA POLITICA PRIMA - 1. IL BUON SENSO DELLE DONNE

da Repubblica on line del 14 marzo 2011

E siamo alla seconda settimana dal Terremoto con Tsunami che ha sconvolto il Giappone. Giorni in cui oltre alla tragedia della natura c'è anche quella dell'onnipotenza dell'uomo (e qui intendo proprio del potere maschile) che ci fa stare col il fiato sospeso in attesa di:"scoppierà il reattore 1, 2, 3? Terranno le capsule o ci ritroveremo con un vulcano radioattivo?"

In tutto questo clima di incertezza, proprio in questi giorni in Italia si ritorna a parlare di nucleare, di energia non inesauribile, di petrolio non inesauribile, dell'acqua di tutti e che si vuole privatizzare.

E sempre più mi chiedo in che mondo sono finita. Ma soprattutto: che mondo mi toccherà lasciare.

E allora sempre più sento il bisogno di BUON SENSO, di una POLITICA VERA, CONCRETA, REALE, di una gestione del mondo dal piccolo al grande che sia basata non sul potere (e mi fermo qui!) ma sulla soluzione di problemi, e problemi e problemi, per rimettere le cose al loro posto, per vivere dignitosamente tutte e tutti in tutto il pianeta terra (che non è di proprietà di nessuno ma che è in uso per tutti gli esseri che vi abitano, anche la mia adorata gattona Unka.

1 commento:

  1. Ti mando l'articolo che ho postato in Donne e conoscenza storica (http://donneconoscenzastorica.it), oggi, Ciao Dona

    “ Guerra dal nero volto che hai spianato le rughe dalla fronte “ così recita Riccardo duca di Gloucester, poi Riccardo III, nel celebre monologo d'apertura dell'opera di Shakespeare. Lo dice con rammarico e aspetta di scatenare di nuovo la violenza della guerra perchè è l'unica attività che sa fare. Puntualmente ritornano le guerre, guerre umanitarie, che non puntano più a abbattere imperi ma a difendere popolazioni oppresse. Come dire di sì ? In questo dilemma, dove è sotto gli occhi l'energia maschile, la forza, il coraggio e l'abnegazione va perduta la differenza sessuale. Gli uomini rinunciano a essere definiti eroi. Molti sono contro la guerra in Libia pur di non fare emergere che c'è una differenza. Le donne si schierano e le loro intelligenti ragioni, le loro spinte alla vita, alla difesa della creatività e degli impulsi a conservare l'esistente svaniscono in un luogo indifferenziato.

    La presenza femminile ritorna come luogo della vita, della riproduzione e della difesa dei piccoli esseri, ma quasi obbligata a non pensare oltre perchè non ce n'è il tempo quando si è in guerra contro i cataclismi e contro le guerre. C'è quasi una trasposizione di ambiti che fa passare in natura quello che non lo è e fa scolorire le linee che dividono le cose. Ciò che è natura passa nella volontà umana e ciò che è volontà passa quasi in natura. I terremoti sono frutti di disastri ambientali e la guerra è una forza naturale. I corpi che vanno in guerra sono anonimi, già spenti come diversità, sono ordigni di guerra.

    Non si capisce più da dove inizia che cosa. E invece è importante ricostruire, riprendere i fili delle matasse che avvolgono la nostra storia. La natura scatena furiosa le sue forze di distruzione intanto. E solo l'opera di difesa e conservazione degli esseri umani risponde scontando, anche, la non sufficiente cura che si è destinata al rapporto con l'ambiente. Ma i maremoti, i terremoti – sappiamo - hanno una storia antichissima che precede l'uso dell'energia nucleare. Degli uomini stanno sacrificando la loro salute affrontando livelli altissimi di radioattività, ma delle bambine e dei bambini stanno cercando di sopravvivere in mezzo a questa confusione nefasta.

    Le carte della differenza sessuale possono scompaginarsi in poco tempo in mezzo a questo dissolversi dei contorni che mimano la rete delle nostre idee. Non ci aiutano le donne al potere. Hilary Clinton che ci fa intendere i segni del tempo in cui viviamo, dove le donne emergono, non solo come regine e principesse nella vita pubblica. La chiarezza delle idee non marca il segno femminile. Eppure potrebbe farlo. E' urgente riuscire a parlare come donne. Lasciando però decantare le identità troppo segnate. E' stancante inutile e altrettanto indifferenziante approfittare delle rendite di posizione, fare valere la posizione femminista, l'autorità femminile quando non fa venire fuori il presente e non sa vederlo anche rinunciando al di più di conoscenza, è pura ideologia, e lascia la porta aperta per ritrovarsi meglio nelle letture neutre, profonde e intelligenti delle donne che hanno rinunciato, abdicato al parlare come donne, non sono capaci di fare intendere la differenza femminile. Ma ci sono momenti in cui serve anche questo. Perchè le forze che resistono, giustificano le situazioni catastrofiche in cui stiamo vivendo, e impongono di pensare per tutte e tutti, e di agire di conseguenza. Perchè non è possibile chiamarsi fuori e tutte e tutti avrebbero la possibilità, di parlare per tutte e tutti, mettendosi fuori dal ruolo che occupano.

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