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milano, Italy
“L’occhio delle donne” dizionario biofilmografico delle registe e dei loro film, è stato compilato da me nel 1995. Oggi la rete offre una marea di informazioni su tutto il sapere umano, quindi anche sulle registe. Questo mio piccolo contributo vuole essere un tentativo di sguardo d'insieme sul grande lavoro compiuto e in corso di compimento da parte delle professioniste della macchina da presa. Un lavoro non certo esaustivo ma che cerca di nominare il maggior numero di donne che si sono appassionate alla professione registica.

lunedì 14 marzo 2011

L'OCCHIO DELLE DONNE.5 - EMANUELA PIOVANO

"LE STELLE INQUIETE"
primo film di fiction su Simone Weil. Brava Manuela, ha osato e il risultato è decisamente buono. Ovviamente alcune/i storcono il naso, siamo così ottenebrate/i da una filmica ormai uniforme, ingigantita da effetti speciali, da foto irreali, luci dell'altro mondo che è difficile vedere un bel film dai toni naturali, semplici. forse ovvi.
Di grande c'è solo la protagonista. quella vera, colei che seppe cavalcare l'onda della normalità, dell'ovvio, della sofferenza per trovare una risposta al suo bisogno di assoluto, una risposta che forse non le sarà arrivata, ma lei, lei Simone Weil ci ha provato fino in fondo.
E nel film ci viene restituita una Simone Weil in carne ed ossa (forse più ossa che carne) bella nella sua ricerca della verità,
del Dio assoluto e non relativo a varie chiese e case. Magnifica normalità

Non siamo più abituate alla normalità che ci    appare strana, non cinematografica.
Tenera è la constatazione sui sentimenti, gli affetti: dice Gustave Thibon mostrando come si legano i tralci delle viti: "ecco il nodo che non lega" e Simon risponde: "E' esattamente quello che penso degli affetti."
Qui Simone parla un italiano lentissimo, con accento chiaramente straniero (devo dire che non ho particolarmente sentito lo scimiottare parigino) e, di una necessità (far recitare in francese per poi doppiare in italiano) la regista ne ha fatto un punto di forza: rendere l'estraneità e la difficoltà di dare voce (nel senso proprio di parlare) al sua pensiero che invece trova nello scritto la sua più completa realizzazione.
Questo volto, in primo piano, pallido, essenziale, senza trucco, immenso nella sua nudità mi è apparso bellissimo.
Il film è da vedere assolutamente, se non altro per rendersi conto che la grande, inarrivabile, immensa SIMONE WEIL era una donna, certo di pensiero, ma normale, forse un po' strana, originale, ma una donna come me. Ed è bellissimo!                                                           
Ricordatevi: al Cinema Palestrina di Milano.
 Sito ufficiale del film e della casa di produzione Kitchen.

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